Residence Studio Vita

L’appartamento è in un luogo molto centrale e comodo per raggiungere tutti i punti di interesse a Bologna. Dotato di tutti i comfort e spazioso. 3 stanze e 2 bagni. Un bagno cieco aveva un cattivo odore. Alla mattina del sabato siamo stati svegliati da un martello pneumatico… risveglio non molto gradevole. Non eravamo stati informati dei lavori.

La nostra esperienza con questo alloggio è stata a dir poco deludente, specialmente considerando le nostre necessità, specifiche per una donna disabile presente nel nostro gruppo. Nonostante le rassicurazioni via email riguardo all'accessibilità per disabili vista la presenza di un ascensore (come se bastasse), ci siamo trovate di fronte a numerosi scalini, sia all'ingresso, sia per raggiungere lo stesso ascensore, sia sul corridoio per arrivare all'appartamento e persino all'interno della casa, che hanno reso difficile e frustrante il nostro soggiorno. La mancanza di supporto e compassione da parte della struttura di fronte alle nostre palesi difficoltà è stata particolarmente sconfortante, poiché lo staff non si è né scusato, né ha ritenuto opportuno offrire assistenza per il raggiungimento dell'alloggio o la ricerca di un'alternativa adeguata. Si sono limitati a offrire un rimborso (se fossimo andate subito via - cosa non possibile vista l'impossibilità di ripercorrere il cammino all'inverso in tempi brevi, dopo la fatica appena compiuta) o un esiguo sconto sull'alloggio stesso, come fosse stata questa la motivazione delle nostre lamentele, quando invece sarebbero state bene accolte delle scuse e un'azione di soccorso pronta ed efficace da parte loro, per rimediare al danno arrecato. Dopo aver affrontato la sfida dell'arrampicata fino all'appartamento, almeno abbiamo potuto "goderci" Bologna dall'alto dalla terrazza presente sul nostro piano (in condivisione), dove siamo rimaste bloccate per tutti i tre giorni di permanenza. Quindi sconsiglio questa sistemazione a chiunque abbia problemi motori di qualunque tipo o abbia con sé bagagli di una certa importanza, poiché una felice vacanza potrebbe tramutarsi in un incubo. Ma la sconsiglio comunque a tutti per il modo in cui la situazione è stata gestita (o meglio, non gestita, tutto considerato), poiché i numerosi scambi con il management della struttura sono stati la cartina tornasole per capire il loro atteggiamento negativo verso l'espressione di una problematica.

A Gennaio 2024 abbiamo scelto di prenotare un appartamento presso lo Studio Vita poiché presente nel gruppo una persona con disabilità motorie e lo Studio Vita sbandierava la presenza di un ascensore. Per essere certe che il tutto fosse vero e funzionante, abbiamo mandato una mail facendo presente che fra noi ci fosse una persona disabile. La risposta della struttura è stata che sì, l’ascensore funzionava, ma nessuna menzione è stata fatta dei 2 gradini per entrare nel palazzo, dei 7 per scendere fino all’ascensore (a meno che non si vogliano affrontare 2 rampe di scale), gli altri 6 o 7 lungo il corridoio, un altro scalino per la terrazza e gli altri gradini per finalmente raggiungere l’appartamento. Non contiamo i gradini all’interno dell’appartamento stesso! Nel 2024, indicare che una persona è disabile evidentemente non spinge il gestore di una struttura a pensare sia corretto menzionare le ovvie barriere architettoniche presenti. Una volta contattata la struttura per chiedere un’alternativa e far presente la mancata comunicazione e il disagio in cui ci trovavamo, non ci è stato chiesto scusa per la leggerezza e non professionalità. Ci è stato invece offerto il rimborso al 100% a patto di lasciare la struttura. Quello stesso giorno. Dopo aver fatto fare alla nostra amica disabile una fatica immensa per arrivare lì. Secondo la struttura Studio Vita, la soluzione era mandare via 6 persone e far fare a una disabile tutta la scalata fatta poco prima per dormire in mezzo a una strada. È stato anche impossibile comunicare con il responsabile della struttura perché impossibilitato a fare una chiamata e porgere le proprie scuse. Inoltre ci è stato detto che noi non avevamo comunicato il grado di disabilità dell’amica, che fini a prova contraria nessuno è tenuto a divulgare per privacy. Morale della favola: siamo rimaste bloccate nell’appartamento per 3 giorni per non lasciare sola la nostra amica vittima di una evidente emarginazione e mancanza di professionalità. Almeno ci siamo godute la terrazza.